A cura di P.G. Caria
L’aviazione extraterrestre opera sulla Terra ormai da decenni, in realtà da molto più tempo, ma nei modi che conosciamo possiamo far risalire l’inizio di questa operatività a partire dai tempi della seconda Guerra Mondiale. In un recente articolo ho presentato una selezione di foto di sfere volanti metalliche di origine extraterrestre che coprono l’intero arco della storia dell’ufologia moderna, dai Foo Fighters avvistati durante la seconda guerra mondiale, sino alle recentissime immagini realizzate in Messico, a Valle Hermoso, da Juan Manuel Sanchez (https://bit.ly/sfere-volanti-metalliche). In tale carrellata vi è anche una recente immagine di una sfera volante estratta da un filmato registrato nel 2021, con il suo cellulare, dal pilota di un caccia militare americano mentre era in volo durante una esercitazione. Il filmato è di pochi secondi e il velocissimo passaggio della sfera appare solo in alcuni fotogrammi, a seguire ne mostriamo un paio:
Tutto questo materiale è assolutamente genuino ed è solo una minima parte, la piccola punta di un gigantesco iceberg di documenti che dimostrano inoppugnabilmente la presenza di tecnologia extraterrestre operativa nei cieli del nostro mondo. Una realtà straordinaria, in grado di sconvolgere in modo impensabile e positivo la storia dell’umanità che, invece, continua inesorabilmente la sua folle corsa autodistruttiva, ignorando questa verità nonostante l’eclatante evidenza scientifica e probatoria del suddetto materiale. La realtà oggettiva è evidente, ma la coscienza dei più rimane addormentata, incapace di una reazione ad un dato così straordinario e sconvolgente, per quanto provato ed indiscutibile oltre ogni dubbio. Questo fatto è una prova evidente che l’oggettività soccombe di fronte al pervasivo effetto ipnotico di una manipolazione che ha ottenebrato la capacità di intendere e di volere della maggior parte dell’umanità. Sappiamo bene quali siano gli istituti occulti alla base di tale attività manipolatoria, sappiamo bene quanto potente sia la loro azione, ma oggi la quantità di prove è così schiacciante che una reazione sarebbe da aspettarsela. Eppure, a parte un limitato numero di casi, l’evidenza del reale soccombe all’irrazionale e la mente rigetta l’oggettivo per rimanere nel soggettivo, che è frutto di una incapacità generale di oltrepassare la barriera del condizionamento mentale e di cogliere l’immensa ed eccezionale opportunità che ci viene da questa presenza cosmica.
Persino il Pentagono ha iniziato a rivelare, eppure, a condurre le danze rimane sempre il potere che, nonostante l’evidenza, nicchia e trattiene l’affermazione che si tratta di tecnologia proveniente dagli spazi esterni. Il 19 aprile 2023 sono stati rilasciati dall’istituto militare americano nuovi filmati, in particolare quello di una sfera metallica che sorvola una zona del Medio Oriente, ma, nonostante l’ovvietà implicita che si tratta di tecnologia extraterrestre, questa conferma non arriva (https://piergiorgiocaria.it/blog/19-aprile-2023-il-pentagono-rilascia-nuovi-video-ufo/), a seguire tre fotogrammi estratti da questo video:
Le coscienze rimangono legate ai loro giochi manipolatori, alla dipendenza dall’autorità, che ormai la domina in un rapporto di schiavitù, all’incapacità di una libera e razionale analisi logica che apra gli occhi e porti ad una personale presa di posizione di fronte a tali fatti oggettivi. La massa è mentalmente e sentimentalmente schiava di chi comanda il mondo, incapace di emanciparsi nell’azione del libero pensiero svincolato dai condizionamenti mentali di chi ci domina con verga di ferro e sottile ma pervasivo inganno. Nel triste panorama del catastrofico scenario mondiale che scivola con sempre maggiore velocità verso un possibile conflitto di annichilimento nucleare, una tale condizione delle coscienze lascia poca speranza per un risveglio e una presa di posizione in grado di risalire questa triste china. “Il potere non riforma sé stesso” ebbe amaramente a dire Giordano Bruno durante il processo che lo avrebbe condotto al rogo e, senza un risveglio dell’umanità che la porti a liberarsi dal condizionamento, il rogo globale prenderà sempre più forza, sino ad incenerire il futuro di questa civiltà. Anche i partigiani del male, per cecità e bieco interesse privato, sono accecati e rendendosi parte attiva dell’inganno, sapendo bene di farne parte, anch’essi corrono come somari matti verso la catastrofe: dominatori e dominati avvinghiati da un demoniaco e mortale abbraccio che li porterà verso l’ineluttabile e luttuoso destino. Siamo anche coscienti che, spesso, in molti hanno un iniziale risveglio, ma deboli, vili e traditori, ritornano nell’ignavia iniziale, preferendo sperare acriticamente di salvare il loro misero angolo di comfort da schiavo senza speranza. Il film Matrix ha ben evidenziato questo stupido e vile atteggiamento di molti degli esseri umani quando Cypher chiede all’agente Smith di rientrare in Matrix mentre mangiano in un ristorante. Riporto le fatidiche parole di Cypher: “vede, io so che questa bistecca non esiste, so che quando la infilerò in bocca Matrix suggerirà al mio cervello che è succosa e deliziosa. Dopo nove anni sa che cosa ho capito? Che l’ignoranza è un bene! Io non voglio ricordare niente, niente! Sono stato chiaro? E voglio essere ricco, non so… una persona importante… un grande attore. Riportate il mio corpo alla centrale, reinseritemi dentro Matrix e vi dirò tutto quello che volete”.
In questo desolante panorama, noi proseguiamo nel nostro tentativo di portare chiarezza e risveglio, suffragando con prove scientifiche valide aldilà ogni dubbio, la realtà oggettiva di questa stupefacente visita che certissimamente abbatterà il tirannico dominio che grava sui popoli del pianeta Terra, liberando quei pochi che avranno saputo ribellarsi alla tirannia dell’inganno.
A seguire, presentiamo le efficaci e scrupolose analisi realizzate da Sante Pagano su alcuni scatti realizzati negli ultimi mesi a Valle Hermoso, stato di Tamaulipas, Messico. Analisi che, seppure con un leggero velo di incertezza, più sul comportamento del testimone che sul materiale fotografico, il quale ha superato le rigorose verifiche dei software di analisi digitale utilizzati da Sante Pagano, dimostrano una volta di più la realtà di ciò che è evidente davanti agli occhi, ma che è negato dalle addormentate e manipolate menti dei terrestri.
Buona lettura.
Le analisi delle sfere volanti fotografate a Valle Hermoso
A cura di Sante Pagano
Nel campo della ricerca sulla visita Extraterrestre la mole di dati, documenti e testimonianze continua a crescere in maniera esponenziale soprattutto in questi ultimi tempi così oscuri, seppur illuminati da una vastissima conoscenza che mai prima d’ora avevamo avuto a disposizione. Siamo oggi a riportarvi nuovamente un caso, apparentemente molto interessante, che sta spopolando nel web già da oltre un anno. Parliamo dei contatti e, soprattutto, delle immagini realizzate da Juanito Juan, un carrozziere di Valle Hermoso, cittadina del Messico nord orientale, che a partire dall’estate del 2022 sembra stia vivendo una interessante forma di contatto con civiltà non di questo mondo. Era il 16 agosto 2022 quando di fronte alla sua abitazione si era palesato un disco metallico che dimostrava capacità sorprendenti ed inspiegabili secondo la nostra scienza. A raccontare la vicenda fu lo stesso Juanito Juan, supportato da una documentazione fotografica davvero interessante che abbiamo provveduto a studiare e ad analizzare, concludendo con risultati molto soddisfacenti. Infatti, le foto sono risultate genuine, così come le testimonianze ottenute dal team di Tercer Milenio, il programma del grande ricercatore Jaime Maussan. Qui gli articoli associati:
ASTRONAVE EXTRATERRESTRE IN MESSICO: foto eccezionali scattate a Valle Hermoso – Pier Giorgio Caria
Analisi delle foto UFO di Valle Hermoso – Pier Giorgio Caria e Sante Pagano
Da quel giorno dell’agosto 2022 Juanito ha continuato a realizzare documentazioni video e fotografiche a carattere ufologico, dimostrando quindi la continuità nel tempo del suo contatto con mezzi di altri mondi. Una caratteristica tipica delle varie esperienze similari susseguitesi negli ultimi decenni.
In particolar modo oggi andremo a presentarvi le analisi sui documenti fotografici di tre di questi eventi, a nostro avviso molto interessanti, che abbiamo voluto approfondire per cercare di avvalorare al meglio la verità sulla visita extraterrestre e su questo caso. Una tematica a noi molto cara, per il grande impatto che ha avuto a livello singolo e collettivo sulla nostra civiltà e che sicuramente continuerà ad avere nel prossimo futuro in maniera sempre più incisiva.
Premettiamo che dalle analisi eseguite, i tre avvistamenti che vi riporteremo sembrano avere una rilevanza molto importante che ne garantiscono la genuinità. Ma ci teniamo anche a sottolineare che, di nuovo, non essendo riusciti ad accedere alla documentazione originale, non ci è possibile garantire con assoluta certezza le conclusioni da noi raggiunte. Rimane una remota possibilità, seppure molto improbabile, che ci possa essere una qualche forma di manipolazione. Pertanto speriamo vivamente in una concreta collaborazione con il protagonista di questa serie di avvenimenti, per poter procedere in un prossimo futuro ad un accertamento definitivo della veridicità dei documenti stessi.
Fatta questa premessa possiamo procedere con la presentazione dei tre avvistamenti sopracitati, accompagnandola con le analisi da noi eseguite e le conclusioni raggiunte.
Stiamo parlando di tre manifestazioni documentate attraverso degli scatti fotografici eseguiti in questi ultimi mesi direttamente dal cellulare e dalle telecamere automatiche possedute da Juanito Juan. Tre avvistamenti avvenuti in date diverse, ma con degli elementi che li accomunano nella morfologia strutturale e nelle capacità di volo. Si tratta infatti per ognuno di questi eventi di sfere apparentemente metalliche, con caratteristiche tecniche davvero interessanti se paragonate ai velivoli convenzionali noti:
Partiamo con la manifestazione catturata il 27 dicembre 2022. Qui sotto l’immagine originale accostata ad una riproduzione della stessa trattata attraverso l’intelligenza artificiale per migliorarne la qualità e apprezzarne meglio i dettagli:
L’oggetto in questione è stato filmato dalla telecamera fissa che Juanito ha posizionato sul retro della sua abitazione, la quale è stata programmata per scattare foto nel momento in cui rilevasse un qualsiasi movimento. Nello scatto appare un oggetto sferoidale costituito da materiale lucido e abbastanza riflettente.
La sfera si trova sopra un’area pubblica di fronte all’abitazione di Juanito Juan, ed è sospesa in aria appena sopra le auto parcheggiate, all’incirca alla stessa altezza di alcuni cavi della linea elettrica. Dimostra quindi di essere ad un’altitudine molto bassa, se si calcola l’altezza media alla quale solitamente vengono posizionati i cavi per la conduzione elettrica delle città, che devono trovarsi ad almeno 10 metri dal suolo nelle aree cittadine.
Qui un’immagine del panorama in cui è accaduto il fatto visto dall’alto:
Come dicevamo la superficie è argentea, riflette quindi la luce del sole. Tale riflesso dimostra che l’oggetto è di notevoli dimensioni, poiché ricopre solo una piccola porzione della sua superficie. Al contrario infatti, se l’oggetto fosse stato di piccole dimensioni, il riflesso si sarebbe esteso su gran parte della sfera:
Nella parte centrale e leggermente a destra, invece, è presente una zona scura di forma triangolare. Difficile capire cosa rappresenti, ma è poco probabile che si tratti del riflesso di una qualche struttura od oggetto al di sotto della sfera. Eseguendo infatti una perlustrazione dell’area attraverso Google Earth non si è evidenziato nulla che abbia tale forma:
Potrebbe trattarsi più probabilmente di una zona concava dell’oggetto stesso poiché in effetti, alle varie analisi eseguite, il riflesso della luce del sole è praticamente assente in questa area e ciò ci fa concludere che si possa trattare di una specie di foro triangolare. Osservando sempre il riflesso presente sulla sfera, si nota invece una porzione di cielo che si rispecchia sulla superficie superiore e una zona con colori sul bianco e marroncino su quella inferiore:
Eseguendo un’osservazione accurata, e tenendo conto della posizione dell’oggetto, si è concluso che i colori delle case e della strada sembrano essere coerenti a quelli espressi nel riflesso sull’area inferiore della sfera. Purtroppo, data la presenza del “triangolo” scuro, l’opacità del materiale di cui è composto l’oggetto e la relativamente scarsa qualità dell’immagine, non ci è possibile confermarlo con assoluta certezza. La sfera si trova praticamente appena sopra la casa di Juanito ed è posta sulla verticale di fianco alla nota casetta blu, ormai divenuta famosa grazie all’avvistamento avvenuto il 16 agosto 2022, fino ad essere soprannominata “la casa del OVNI” (la casa dell’UFO) e ad attirare visitatori e curiosi per quanto vi è accaduto:
Qui sotto un’immagine panoramica con identificati gli spazi di riferimento sopra menzionati:
Per quanto riguarda l’analisi grafica, abbiamo iniziato con la valutazione dei pixel posseduti dalla sfera attraverso un test apposito. Da subito abbiamo potuto notare la coerenza degli stessi messi a confronto con quelli espressi da altri oggetti presenti nello scatto, quali ad esempio i cavi della linea elettrica. Le dimensioni e la composizione dei pixel risultano similari:
Eseguendo un diverso test d’indagine sugli stessi pixel, abbiamo reso ancora più visibile la loro caratteristica similare. Possiamo osservarlo nell’immagine qui sotto dove all’immagine originale, è stata aggiunta digitalmente una seconda sfera. Da questo confronto è possibile notare cosa accade nel caso in cui vi sia una manipolazione grafica su un documento originale. Le caratteristiche dei pixel tra la sfera originale e quella falsa sono del tutto differenti:
Inoltre, come dicevamo, tramite quest’analisi abbiamo reso ancora più evidente la grande coerenza tra i pixel della sfera originale e quelli dei cavi della tensione. Questo aspetto lo vediamo nell’immagine a seguire:
Andiamo ora a vedere in che modo la luce solare interagisce con i vari elementi presenti nella foto. Innanzitutto, abbiamo messo a confronto l’illuminazione dei fili elettrici e della sfera. Essendo entrambi molto vicini devono forzatamente dimostrare di essere similmente illuminati. In effetti, osservando bene, è possibile notare che il sole è alla destra dell’osservatore ed investe i fili e la sfera in egual modo. Le zone d’ombra nell’immagine invece si esprimono tutte dal lato opposto. Anche le auto riflettono la luce nella stessa modalità.
Qui un’immagine con indicate le zone illuminate dal sole:
Abbiamo poi analizzato il calore espresso dagli oggetti e dai punti di riferimento presenti nella foto. Infatti, valutando la risposta del test sulla sfera e confrontandola con quella su una porzione di cielo e sulle auto, abbiamo verificato che questi esprimono la stessa variazione termico-cromatica:
A seguire abbiamo la stessa valutazione dell’immagine con l’aggiunta di un oggetto inserito digitalmente. È palese la non corrispondenza cromatica della falsa sfera con l’ambiente circostante:
Inoltre, abbiamo eseguito lo stesso test sulla variazione cromatico dell’immagine migliorata.
Confrontando la risposta della sfera con quella ottenuta sulla porzione di una delle auto parcheggiate sotto, entrambe di struttura metallica, è stato possibile apprezzare ancor meglio la coerenza della risposta alla luce solare assorbita e riflessa da entrambi gli oggetti:
Per concludere, abbiamo eseguito le dovute analisi per cercare di comprendere la genuinità del documento. Purtroppo, non essendo riusciti ad accedere alla foto originale non ci è possibile certificare al 100 % la conclusione raggiunta. Sta di fatto che all’analisi ELA non abbiamo trovato alcuna traccia di manomissione digitale. Questo qui sotto è il risultato ottenuto:
L’analisi del livello di errore (ELA) consente di identificare le aree all’interno di un’immagine che si trovano a diversi livelli di compressione. Con un documento in formato JPEG, l’intera immagine dovrebbe essere all’incirca allo stesso livello. Se una sezione dell’immagine ha un livello di errore significativamente diverso, è probabile che indichi una modifica digitale. Tale differenza viene identificata da vari fattori, come ad esempio zone investite da una colorazione bianca accesa.
Nell’immagine qui sotto abbiamo messo a sinistra il test ELA dell’immagine originale e a destra un test ELA sul documento manipolato digitalmente con l’aggiunta di una falsa sfera. Questo per far meglio comprendere cosa accade quando si inserisce graficamente un oggetto non realmente presente al momento dello scatto:
La sfera aggiunta digitalmente mostra in effetti una spiccata luminosità e risalta con un particolare colore bianco acceso, distinguendosi visivamente da tutto il resto. In questo caso l’analisi ELA mostra quindi che l’oggetto è stato aggiunto in un secondo momento, poiché possiede un livello di compressione differente rispetto al resto dell’immagine. Nell’immagine originale invece vediamo che tutte le sezioni si presentano con delle caratteristiche similari tra loro.
Passiamo alla seconda manifestazione, quella avvenuta due giorni dopo.
Il 29 dicembre 2022 Juanito Juan si trovava sulla strada che da Valle Hermoso porta a Matamoros, a circa 47 chilometri dalla sua abitazione. Il testimone racconta che mentre stava procedendo con la sua auto ad un certo punto ha avuto la sensazione di doversi fermare, perché probabilmente avrebbe assistito ad un avvistamento. Juanito spiega che prima di ogni manifestazione percepisce delle sensazioni particolari che lo preparano all’esperienza: questa serie di anticipazioni date da segnali fisici ed emotivi, o per meglio dire interiori, è una condizione molto nota in chi è protagonista di esperienze di contatto.
Dopo aver ottenuto la foto dell’avvistamento abbiamo proceduto alle analisi. Si tratta di due sfere similari che si librano al di sopra di un campo coltivato:
Come è possibile vedere nella zona inferiore di entrambi gli oggetti vi sono tre cerchi concentrici. Dal gioco di luci ed ombre sembrerebbe che quello centrale, di colorazione più scura, sia una specie di foro; quello che lo circonda appare invece essere in rilievo, mentre quello più esterno, con una tonalità più scura, sembrerebbe essere incavato nell’oggetto:
La superficie delle sfere appare essere costituita da un materiale metallico particolarmente opaco, motivo per il quale non riesce a rispecchiare in maniera dettagliata l’ambiente sottostante. Comunque, come vedremo più avanti, questa sembra riflettere i colori dell’ambiente circostante. Nella zona superiore invece, alla nostra sinistra e indicato dalle frecce, vediamo il riflesso del sole che invade la superficie delle sfere solo parzialmente. Dettaglio importante, che ci fa concludere che le due sfere sono di discrete dimensioni, il che ci porta ad escludere che siano anche in questo caso due piccoli modellini lanciati in aria:
Eseguendo il test ELA non abbiamo notato sostanziali differenze di compressione nell’intera immagine e quindi possiamo confermare che con buona probabilità, non ci sia stata una qualche manipolazione digitale:
Le sfere, come dicevamo, sono composte da materiale apparentemente metallico e, seppur con una superficie particolarmente opaca, riflettono in qualche modo l’ambiente circostante. Variando alcuni parametri grafici dello scatto, è possibile notare come il blu del cielo sia visibile soprattutto nella parte destra superiore delle sfere, mentre nella parte inferiore vediamo la stessa colorazione del terreno sottostante.
Infine, abbiamo eseguito un test sulla luce assorbita e riflessa dai due oggetti. Anche tale analisi ha fornito dettagli interessanti, poiché le due sfere dimostrano di avere una colorazione coerente rispetto all’ambiente che le circonda. Interagiscono in maniera similare agli altri soggetti presenti nell’immagine ogni volta che vengono variati alcuni parametri della curva cromatica:
Inoltre, approfittando di quest’ultimo test, abbiamo eseguito un’analisi più approfondita delle informazioni espresse dalle superfici riflettenti delle sfere, per valutare la coerenza della modalità d’interazione dimostrata.
Come è possibile vedere nell’immagine, entrambe le sfere interagiscono con la luce in maniera similare e con minime differenze. Le impronte grafiche espresse dal riflesso sulle superfici sono infatti differenti in alcuni punti ma riteniamo dipenda dalla posizione nello spazio tridimensionale dell’ambiente in cui si trovavano le sfere. La diversa posizione rispetto alla fonte di luce determina una differente incidenza della stessa sulla superficie delle sfere dando così luogo alla leggera difformità delle impronte:
Questo sta a significare che entrambe sono oggetti fisici con delle specifiche e similari proprietà, le quali permettono alle stesse di interagire in maniera esclusiva con l’ambiente. Quindi, con grande probabilità erano realmente inserite nel contesto ambientale mostrato dalla foto, durante lo scatto eseguito da Juanito Juan. In effetti, degli oggetti inseriti digitalmente è difficile che abbiano delle informazioni univoche, differenziate e coerenti, perciò sarà molto improbabile una loro risposta congrua all’ambiente in cui vengono inseriti.
L’ultimo avvistamento è quello avvenuto nel pomeriggio del 5 marzo 2023. In tale occasione Juanito Juan ha fotografato tre splendide sfere che si libravano ad una discreta altezza in una zona periferica di Valle Hermoso:
Le tre sfere, apparentemente di colore bronzeo, si posizionano in una formazione triangolare in cui le due più alte appaiono di maggiori dimensioni rispetto alla terza:
Gli oggetti appaiono estremamente fuori fuoco come pure gli alberi sottostanti, seppur in maniera meno marcata. Probabilmente l’obiettivo della fotocamera era impostato su una messa a fuoco ravvicinata, sfocando quindi in maniera crescente tutti gli elementi sullo sfondo. Inoltre, la qualità dell’immagine degli alberi e delle sfere è molto bassa. Tale elemento è importante, poiché ci aiuta ad orientarci a favore della genuinità dello scatto. Accade infatti che in un’immagine ritoccata, gli elementi aggiunti digitalmente possono apparire con qualità d’immagine e compressione differenti rispetto al resto.
Un ulteriore elemento molto interessante è la presenza di un quarto oggetto alquanto significativo, ossia quella che sembra essere una sfera bianca, che è possibile notare all’interno della scia bianca obliqua. Secondo la testimonianza di Juanito Juan, le tre sfere metalliche seguivano tale oggetto. Questo dettaglio offre sicuramente un valore aggiunto alla straordinarietà di questa foto.
Purtroppo non ci è possibile identificare ulteriori dettagli di questa sfera e quindi eseguire un qualche tipo di analisi, per via della scarsa qualità del file e dell’errata messa a fuoco durante l’esecuzione dello scatto fotografico. Per questi stessi motivi non è stato possibile procedere al meglio neanche con i test sulle altre tre sfere.
Ciò che invece è piuttosto semplice da capire è che anche in questo caso, non siamo di fronte a dei piccoli oggetti come potrebbero essere dei modellini, poiché la luce del sole interessa solo una piccola porzione degli oggetti, il che dimostra che siamo di fronte ad oggetti di modeste dimensioni. Anche la netta demarcazione tra le zone illuminate e quelle in ombra indica che le dimensioni non sono ridotte. Da notare, inoltre, che l’oggetto più piccolo presenta una porzione più ampia di superficie investita dal riflesso luminoso rispetto agli altri due. Tale caratteristica dimostra nuovamente quanto il comportamento della luce su un corpo possa suggerire dati importanti sulle sue effettive dimensioni:
Per quanto riguarda l’analisi digitale, siamo partiti dall’esame ELA, dove è possibile rilevare un livello complessivo di compressione uniforme su tutta l’immagine. Perciò esiste una bassa possibilità che sia stata eseguita una manipolazione grafica sul documento:
Le sfere inoltre, dimostrano una risposta coerente alla luce assorbita quando si esegue un confronto con il panorama ambientale. Questo lo vediamo quando si esegue una variazione della curva cromatica. Qui siamo riusciti a rilevare un altro interessante dettaglio, similare a quello visto nello scatto precedente, ossia che le tre sfere rispondono alla luce in maniera diversa a seconda della posizione che assumono nello spazio, proprio come dovrebbe accadere in una situazione reale. Questo dato è molto importante perché, come dicevamo, ci dice che è quasi certo che le sfere fossero effettivamente presenti durante lo scatto. Ciò infatti abbassa notevolmente le possibilità che si sia verificata una manipolazione grafica, del tipo clonare con solo variazioni di dimensione e posizione, lo stesso oggetto per aumentarne il numero in una immagine. In una riproduzione digitale, la risposta alla luce di un oggetto è difficile che si diversifichi in maniera così particolareggiata in base al suo posizionamento nell’ambiente:
È possibile notare ancora meglio tali dettagli quando si analizza la stessa immagine migliorata digitalmente. Come si vede nell’immagine a seguire, ognuna delle sfere presenta una caratterizzazione del riflesso del tutto differente dalle altre:
Un’ultima conferma del fatto che le sfere non siano state clonate a partire da un unico soggetto, l’abbiamo avuta tramite un tool specifico per tale tipo di rilevamento. Qui sotto il risultato dell’analisi:
Le linee fucsia identificano ciò che per il programma d’analisi si rassomiglia. Se si evidenziano poche linee si può concludere che esista una buona somiglianza tra gli oggetti nelle aree indicate, ma si esclude che siano del tutto identici. Righe di collegamento che ricoprono intere superfici concludono invece una somiglianza piena tra gli oggetti.
Qui vi sono solo poche righe che collegano le superfici delle due sfere più grandi. La terza sfera non è stata neanche considerata, e tale dettaglio rende l’analisi ancora più interessante in quanto ci dice che questa è totalmente dissimile dalle altre due sfere nel bagaglio informativo che contiene.
Per comprendere meglio cosa accadrebbe clonando graficamente lo stesso oggetto abbiamo appositamente creato un’immagine artificiale. Come vedete nell’immagine sotto la differenza è estremamente evidente, l’oggetto clonato è completamente colorato dal software di analisi:
Non è stato invece possibile riscontrare dettagli di un qualche rilievo su eventuali immagini riflesse sulle sfere. Innanzitutto perché hanno una colorazione bronzeo scura ed inoltre, come dicevamo, l’immagine oltre ad essere di scarsa qualità è stata scattata fuori fuoco.
Confermata in modo altamente affidabile la genuinità di questo scatto, aggiungiamo una quarta ed ultima foto, la quale incide in maniera importante nell’avvalorare maggiormente il documento fotografico del 5 marzo 2023 eseguito da Juanito.
Infatti, sempre il 5 marzo 2023, verso il tramonto e in un’altra zona di Valle Hermoso, un conoscente di Juanito Juan, Oscar Javier, ha fotografato tre sfere molto similari a quelle analizzate sopra. Queste, a differenza degli oggetti fotografati da Juanito Juan, sono di colore argenteo, e la qualità dell’immagine è nettamente superiore a quelle di Juanito Juan; anche la messa a fuoco è meglio impostata:
Grazie a queste importanti caratteristiche, abbiamo potuto accedere a delle informazioni davvero interessanti, riuscendo così ad analizzare anche l’immagine riflessa impressa sulle superfici degli oggetti.
Anche qui vediamo che due sfere si presentano di dimensioni leggermente maggiori rispetto alla terza, e tutte dimostrano di non essere dei piccoli modellini per il fatto che presentano una zona di riflessione della luce abbastanza piccola rispetto alla superficie totale:
Quindi, grazie alle caratteristiche sopra descritte, siamo riusciti ad approfondire in maniera specifica la coerenza del riflesso del panorama circostante sulla superficie delle sfere, basandoci sul modo in cui si riflettono le cose su uno specchio sferico. Ovviamente, non avendo una foto a 360 gradi del panorama, non è possibile ottenere un’analisi totalmente accurata dell’immagine riflessa sulle sfere. Comunque, il risultato che abbiamo ottenuto è davvero interessante. Infatti, valutando il punto focale, la posizione del soggetto mentre eseguiva la foto ed eseguendo una valutazione accurata del comportamento che dovrebbe manifestare un oggetto sferico specchiato, abbiamo concluso che c’è un’alta probabilità di coerenza tra l’immagine riflessa sulle sfere e l’ambiente circostante.
Per eseguire tale analisi abbiamo preso in esame la sfera a maggior altitudine, perché meglio illuminata e con una prospettiva di riflessione più ampia, data la posizione assunta nello spazio.
Abbiamo quindi simulato l’effetto del riflesso del panorama sulla superficie dell’oggetto. Per fare questo ci siamo basati sul comportamento di riflessione di un’immagine su uno specchio convesso.
Innanzitutto abbiamo utilizzato un’immagine creata artificialmente che contenesse i tre principali strati cromatici presenti nell’immagine originale, ossia il verde scuro del terreno, lo strato bianco di nuvole e l’azzurro del cielo. Poi abbiamo preso l’immagine ottenuta, l’abbiamo inserita in un cerchio e chiesto al programma di eseguire una simulazione di riflessione sferica, tenendo conto del posizionamento del punto di curvatura dello specchio e quindi del punto focale dello scatto fotografico.
Il test ha evidenziato una buona coerenza dell’immagine ottenuta rispetto alle stratificazioni cromatiche presenti nella sfera originale.
In seguito abbiamo poi preso l’immagine originale (eliminando digitalmente le sfere per semplificare la comprensione del risultato), l’abbiamo inserita in un cerchio e chiesto nuovamente al programma di eseguire una simulazione di riflessione d’immagine in uno specchio convesso, mantenendo sempre gli stessi parametri sopra menzionati:
Il risultato ha nuovamente fornito un risultato abbastanza sovrapponibile al riflesso originale:
Qui sotto le varie analisi raggruppate:
Per concludere, abbiamo proceduto con l’applicazione alla foto originale di alcuni parametri che regolano la riflessione in uno specchio convesso, per poter ricreare uno schema di simulazione del riflesso dell’immagine. Tracciando anche qui il punto focale, quindi la posizione della fotocamera durante lo scatto, il punto di curvatura dello specchio e applicando il tutto ai parametri suddetti, siamo arrivati ad un risultato abbastanza coerente all’immagine riflessa nella sfera fotografata:
Qui sotto il confronto del test con la sfera originale:
Ovviamente, come dicevamo, nella foto è presente solo una parte di ciò che si stava rispecchiando sulle sfere al momento dello scatto; è ovvio che nella realtà le sfere riflettevano sulla loro superficie l’ambiente circostante a 360°. Comunque, premettendo che siamo in una zona periferica, il panorama non visibile dovrebbe essere abbastanza similare a quello impresso nella foto. Deduciamo che molto probabilmente, intorno non vi erano palazzi o grandi edifici, ma solo una distesa di campi con vegetazione, qualche piccolo casolare e qualche stradina. Così come anche il cielo non visibile doveva essere lo stesso: sereno, e con un leggero strato di nubi bianche all’orizzonte.
Anche all’analisi per l’individuazione di eventuali cloni, il test indica che le sfere hanno una natura diversificata e che, con buona probabilità, si può escludere la presenza di copie di uno stesso oggetto applicate digitalmente:
Come evidenziato precedentemente, in uno scatto fotografico genuino è difficile avere una corrispondenza identica tra gli elementi, soprattutto perché conterranno delle informazioni interattive ambientali diversificate tra loro in base a vari fattori, come ad esempio la disposizione nello spazio. L’analisi identifica soltanto un’analogia nei tre riflessi della luce e nel riflesso del cielo sulla superficie superiore delle sfere:
Due fattori che indicano che molto probabilmente, gli oggetti erano fisicamente presenti durante lo scatto, poiché hanno reagito similmente ad una stessa fonte luminosa, e hanno riflesso allo stesso modo l’ambiente circostante.
Per capire meglio la coerenza tra il posizionamento sulla superficie del riflesso luminoso, la posizione del sole e delle sfere nello spazio, abbiamo eseguito un ultimo test. Abbiamo preso le due sfere che occupano la stessa angolazione rispetto alla luce solare e le abbiamo posizionate su una retta che va ad intersecare il flare solare (come a rappresentare un raggio luminoso). Come potete vedere nell’immagine i flare coincidono. Questo significa che c’è una corrispondenza realistica tra il posizionamento delle sfere nello spazio aereo, la luce del sole che le colpisce e la loro interazione con essa.
Inoltre, abbiamo creato un semicerchio per ricoprire le sfere a partire dalla linea retta che traccia l’andamento del raggio luminoso che si proietta verso l’alto e le colpisce. Lo abbiamo poi duplicato e ridimensionato in base al diametro dell’altra sfera, senza però modificarne le proporzioni. Come è possibile vedere, coincidono perfettamente in entrambe i casi. Questo sta a significare che l’angolazione d’incidenza del flare luminoso sulla superficie delle sfere è la stessa:
Perciò, sulla base di questi ultimi due test, entrambe le sfere stanno ricevendo e riflettendo ugualmente la stessa fonte luminosa. In conclusione, anche tali analisi ci confermano che gli oggetti, con alta probabilità, erano presenti fisicamente durante lo scatto.
Abbiamo proceduto infine con l’analisi dei pixel delle sfere e dell’ambiente, dove abbiamo potuto concludere che i pixel contenuti nelle tre sfere sono coerenti con il resto dell’immagine:
Anche questo test ci conferma che le sfere non sono cloni di un unico elemento, poiché contengono informazioni diversificate in quanto interagiscono con la luce in maniera differente l’una dall’altra, a seconda della posizione assunta nello spazio. Un dettaglio importante poiché risulta molto difficile simulare digitalmente tale dettaglio.
Concludendo, grazie a tutte queste analisi possiamo affermare che, non avendo rilevato dettagli che ci portino a risultati differenti, tali documenti risultano essere con buona probabilità assolutamente genuini.
In base a tutto ciò, il caso di Juanito Juan dimostra essere ancora una volta, molto interessante e valido, il che ci spinge a continuare la nostra investigazione a tale riguardo. Questo caso, se dovesse mantenere gli standard di coerenza sinora individuati, potrebbe rappresentare un elemento davvero significativo finalizzato a dimostrare ancora di più quanto la visita di civiltà extraterrestri sia una verità ormai assolutamente affermata. Speriamo di poter quindi accedere ai documenti originali per riuscire a raggiungere ulteriori informazioni peculiari e quindi confermare con la massima certezza la genuinità dell’esperienza di contatto di Juan Manuel Sánchez.
Sante Pagano & Pier Giorgio Caria / 23 Maggio 2023
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