Una lezione potente, diretta, su come tradurre nella pratica i dettami della Scienza dello Spirito.
Più volte si è parlato che non basta solo la teoria, non bastano le parole, bisogna agire. Quante volte lo abbiamo sentito? E pensiamo, poi, che l’agire comporti qualcosa di estremamente complicato e difficile da realizzare. Ebbene, tutti i più ansiosi dubbi che possono insorgere nei nostri cuori quando vogliamo “fare qualcosa” trovano la più ampia ed esaustiva risposta nelle testimonianze vive, in carne ed ossa, di Marco Procopio, Annamaria Raineri e Fabio Malgaroli intervistati da Sante Pagano, operatori della Funima International in quel di Varese, oltrechè nella zona del Milanese.
L’intervista comincia con Marco che ci spiega un po’ di sé. Ha iniziato un grande percorso in un’opera di servizio al prossimo, ha conosciuto persone straordinarie, a partire dall’esperienza con Emergency per poi approdare al rapporto di amicizia con Giorgio Bongiovanni, fondatore della Funima International. Insieme hanno deciso, soprattutto Giorgio Bongiovanni, di cominciare a dedicare il loro tempo e risorse per tutti coloro che non hanno “voce” e non hanno la forza di reagire nei confronti di questa società. Marco, come collaboratore di Funima, tiene particolarmente a sottolineare che “ …quando parliamo di sociale , rivolgiamo le nostre attenzioni a tutti, facendoci conoscere sul territorio, creiamo legami con una rete solidale, contattando anche altre associazioni che hanno più esperienza..”. Qui Marco sottolinea: “l’associazionismo è molto importante, donne e uomini che si impegnano ad aiutare qualcun altro ci sono! Non si vedono ma ci sono, infatti gli invisibili non sono solo coloro che soffrono, ma sono anche coloro che impegnano le proprie risorse ed energie senza aspettarsi nulla in cambio”. E aggiunge: “ ..l’unico ritorno che hanno è la gioia di dare quella piccola speranza e gioia a qualcuno che in quel momento può aver perso tutto…e al di là di quello che ha fatto che a noi non interessa, si dà e basta. Il ritorno è quello di lenire la sofferenza che abbiamo noi dentro!” E ancora. “ ..l’associazionismo è la cosa più bella di questa società. Esso è garante della democrazia”. Alla domanda di Sante, Marco spiega: “ qui non esiste il dare per l’avere, è un meccanismo che non regge, occorrono coerenza, trasparenza, lealtà che non sono scontati ma se ci metti dell’interesse essi perdono valore, infatti oggi l’associazionismo non cura i propri interessi. Questa è la sua forza!”. Quanto è stato appena espresso fa sì che Sante si soffermi sul titolo dell’incontro: “Quando l’Invisibile si fa carne”. Un titolo, consentitemi, davvero centrato e così tremendamente vero.
Marco continua riferendosi ad Annamaria e a Fabio: “sono due invisibili, fanno queste cose legate al volontariato senza alcuna visibilità, proprio come quei poveri che passano a prendere il piatto di minestra, sono invisibili, questa società non li vede, eppure sono lì, sono esseri umani. “E qui il culmine: “l’invisibilità é uno di quei valori fondamentali e straordinari che reggono l’associazionismo e Fabio ed Annamaria sono due grandi rappresentanti di questo!”. E Sante sigilla il pensiero “Invisibili che danno luce ad altri invisibili. E ciò va oltre ogni logica”. Ma quanto è dirompente questa frase?
Fabio ed Annamaria, due anime speciali, incontratisi per caso (anche se il caso non esiste), collaboratori di una splendida opera attraverso Funima, forniscono aiuto ai senza tetto nella stazione di porta Garibaldi nella gran Milan.
Tutti i venerdì, infatti, continua Annamaria “ci si trova in stazione e si porta ciò di cui hanno bisogno, cibo, vestiario che li copra e che li faccia vivere al meglio: è tutto molto semplice, non ci sono complicazioni, basta attrezzarsi, fare le cose bene e agire con semplicità, con il furgoncino ed il carico pieno”. E questa è una iniziativa. Poi passando la parola a Fabio, lui ci racconta di un’altra grande operazione del fare del bene al prossimo, in particolare portare aiuto a ben 40 famiglie. “In collaborazione con altre associazioni, si fornisce il pasto a 18 famiglie, mentre direttamente aiutiamo altre 22 famiglie, mediamente ogni 15 giorni, si portano generi alimentari, vestiario e non solo. In base ai loro bisogni ci si può trovare a svuotare una cameretta, al cambio gomme, ad aiutare con l’affitto…insomma si entra in empatia con le famiglie e si parla molto per comprendere le esigenze. Diamo una mano momentanea, necessaria per superare una situazione temporanea di disagio, certi si rimettono in piedi e vanno avanti da soli, ma si rimane amici.”.
E questo soltanto, basterebbe per capire come il nostro sistema di vita dovrebbe, anzi deve continuare a cambiare.
L’intervista a queste persone viene arricchita da un video attestante proprio quanto significhi dare aiuto nel concreto. Una serie di immagini, commenti, momenti dello stare insieme che non possono che far scaturire una forte commozione.
LINK AL BREVE VIDEO:
Fabio ed Annamaria, su domanda di Sante, spiegano che si sono conosciuti grazie al sito di Funima. Si sono poi incontrati di persona e si sono trovati, “casualmente”, vicini a chiacchierare, tutto con estrema facilità e semplicità. Sante osserva a tal proposito che a volte ci si affanna a cercare soluzioni quando basterebbe semplicemente guardarsi attorno e la soluzione è già lì! …Pazzesco.
Annamaria è chiara sul punto: “semplicemente basta partire, poi si arriverà certamente lontano”. E non si smette più, puntualizza Sante. A questo Fabio risponde in modo diretto e spontaneo: “ci piace farlo e abbiamo portato altri a farlo insieme a noi, un gesto di umanità verso qualcun altro che ci a non smettere..”. E’ tanto vero quello che afferma Fabio, che Annamaria, su richiesta di Sante, aggiunge: “quando vai a letto alla sera senti che hai fatto il tuo dovere, sei in pace con te stessa, e questo mi mette in pace con il mondo, mi carica e mi da tanta energia…mi fa stare bene..”. L’esempio offertoci da Fabio ed Annamaria è fulminante e ciò porta Sante ad evidenziare quanto sia importante l’unione fra associazioni, laddove ci si incontra – non a caso –, laddove si impara a capire chi ha bisogno e cosa, pur essendo, chi aiuta, persone normali. In più si vivono esperienze di straordinaria umanità da parte di chi riceve l’aiuto che dimostra a sua volta di saper condividere con il primo vicino, con il proprio prossimo e senza chiedere nulla in cambio, pur essendo persone disagiate economicamente, sono capaci di trasmettere amore, affetto, gioia e solidarietà.
Solo nell’aiuto impariamo ad essere umani, dice Fabio ed il resto viene da sé. Marco menziona Gomez, un missionario delle Ande che ha conosciuto, la cui parola d’ordine è sempre stata: condivisione. Ognuno porta un carico di esperienze umane articolatesi in più gruppi di aiuti e di iniziative. Infatti Sante chiede quanto sia importante lavorare in gruppo. E qui Marco spiega che la diversità è un valore aggiunto, a differenza di quello che sostiene la società nostra secondo cui solo l’individuo è importante. Nell’associazione ognuno ha un talento, ogni persona che arriva che abbia cuore e volontà è un valore aggiunto, e più siamo e meglio è. All’interno dell’associazione ognuno ha un valore, ognuno conta, ciascuno mette a disposizione le proprie conoscenze, non c’è esibizionismo, ognuno che arriva viene ascoltato, per fare un cammino insieme. E continua, “la coerenza nella scelta, la lealtà, la correttezza, il rispetto e la voglia di sacrificarsi. Applicando questi valori si riesce a stare insieme, e questo attrae altre associazioni che vogliono, quindi, fare amicizia ed unirsi a fare del bene insieme. A fronte di questo, Sante chiede dove si ponga l’amicizia. Marco non ha dubbi, essa è un aspetto fondamentale che viene costruita nel tempo, con passione, con la gioia di conoscersi e dello stare insieme. L’amicizia è la quadratura del cerchio.
Come non rimanere affascinati da cotanta chiarezza e semplicità? Il tutto si combina con le immagini dei video che integrano questa intervista e la commozione viene da sé.
Ma non è finita, riflettendo Sante insiste: quindi cosa possiamo fare, come possiamo dare un utile contributo agli ultimi? “Coinvolgendo i giovani!” Marco replica: “eh sì, i giovani sono alla base della società, se li coinvolgiamo in modo serio, abbiamo speranza, perché i giovani all’interno delle associazioni danno molto, e si impegnano moltissimo. Per me loro sono onorevoli”! (E come dargli torto..). “Li si coinvolge con l’atto pratico…i giovani sono molto pratici e questo è fondamentale”. E conclude:” …il genere umano è una delle più belle creazioni. I Giovani? L’unica carta su cui puntare. Questa società ha poca speranza ma dobbiamo stringere i denti…per loro.”.
Grazie a voi.
Con profonda umiltà.
Lisa Pisani
LINK ALL’INTERVISTA: