A cura di Pier Giorgio Caria
La mattina di giovedì 11 aprile 2024 Juanito Juan era seduto sul sedile dell’autista a bordo della sua auto, si volta alla sua sinistra e, seppure abbagliato dal sole, si è accorto della presenza in cielo di un oggetto che si stagliava vicino al disco dell’astro: prende allora il suo cellulare Samsung S23 Ultra e scatta una foto. Passano circa dieci minuti e vede che il disco si trovava ancora in cielo leggermente spostato verso destra rispetto alla posizione precedente e scatta una seconda foto; dopo altri due minuti esegue un nuovo scatto, il terzo, e stavolta l’oggetto volante è sceso molto vicino al disco solare anche se si trova più indietro e verso sinistra rispetto alla posizione precedente. Vediamo a seguire i tre scatti con l’ingrandimento dell’UFO:
Nelle foto 1 e 3 vediamo che il disco riflette la luce del sole su una piccola porzione dello scafo, il che indica che l’oggetto è di dimensioni considerevoli, mentre nella foto 2 è del tutto scuro in quanto in totale controluce. Si nota chiaramente anche la diversa inclinazione dell’oggetto che, evidentemente, si trovava in movimento. Mettendo insieme gli ingrandimenti del disco possiamo valutare con maggiore chiarezza quanto esposto sopra, e lo vediamo nella composizione a sinistra.
Le esperienze di contatto di Juan Manuel Sánchez proseguono ad un ritmo talmente serrato che è difficile tenere il ritmo. Ritengo che negli ultimi decenni sia il caso che presenta la maggiore intensità e frequenza di avvistamenti di oggetti volanti di origine non umana e di relativi documenti fotografici e filmati, che puntualmente pubblica nei social e rende disponibili ai ricercatori per le opportune analisi. Tale attività rappresenta, quindi, un cambiamento metodologico importante da parte delle civiltà extraterrestri che con l’intensificarsi delle loro manifestazioni – tese a generare materiale probatorio sulla loro presenza – ritengo vogliano sottolineare, da un lato un avvicinarsi del momento del grande contatto pubblico tra noi e loro, dall’altro anche l’aggravarsi della situazione mondiale che, con lo scontro tra Russia e forze NATO sulla pelle del popolo ucraino e il drammatico genocidio in atto a Gaza per mano israeliana, unitamente allo scontro iniziato anche con l’Iran, scivola sempre più velocemente nella direzione della Terza Guerra Mondiale. Esiste perciò anche il rischio di una degenerazione verso uno scontro nucleare.
Eseguendo un ingrandimento della foto 1, si vede un secondo oggetto di dimensioni minori che si trova quasi sulla verticale dell’oggetto discoidale:
A seguire vediamo le analisi, eseguite da Sante Pagano, di due foto di Juanito Juan risalenti al 17 gennaio 2024 in cui appare un oggetto volante discoidale, che già sono state presentate in parte nell’articolo al seguente link: https://piergiorgiocaria.it/blog/le-sfere-volanti-e-juanito-juan-una-presenza-continua-non-di-questo-mondo/
P.G. Caria – 16 aprile 2024
OGGETTO DISCOIDALE CON INTAGLI
Juanito Juan – 17 Gennaio 2024
A cura di Sante Pagano
Nei documenti che seguono possiamo vedere due scatti fotografici eseguiti da Juanito Juan il 17 gennaio 2024.
PREMESSA E PRIME VALUTAZIONI
Eseguendo lo zoom è possibile vedere nel dettaglio la morfologia dell’oggetto immortalato nelle due foto, le quali, secondo i metadati, sono state eseguite ad una distanza temporale di 19 secondi una dall’altra.
Nonostante le foto siano di buona qualità, purtroppo l’oggetto si presentava ad un’altitudine particolarmente elevata e ciò non ha permesso al dispositivo di Juanito di catturare maggiori dettagli. Inoltre, Juanito non ha utilizzato la sua Panasonic, secondo i metadati, ma un telefono cellulare il quale purtroppo ha una capacità di risoluzione grafica ben più limitata.
Per tale motivo, quindi, non sarà possibile eseguire molte analisi grafiche poiché è necessario si abbia una certa quantità di informazioni, appunto grafiche, a disposizione e qui purtroppo siamo molto al limite. Abbiamo comunque a disposizione sufficienti elementi per poter raggiungere una soddisfacente conclusione generale sulla genuinità di tali scatti. Mi concentrerò perciò sullo studio dei metadati.
ANALISI DEI METADATI
I due scatti fotografici contengono tutti i metadati e, solo in parte, quelli adibiti alla geolocalizzazione per un motivo legato alle impostazioni di privacy settate nel dispositivo.
I metadati non risultano aver subito manipolazioni di alcun genere e contengono tutte le informazioni necessarie per un’ottimale valutazione forense.
Dalla loro valutazione risulta che i due scatti fotografici sono stati eseguiti tramite un cellulare “Galaxy S23 Ultra” il 17 gennaio 2024 e rispettivamente alle ore 15:59:49 e 16:00:10. Inoltre, e tale dato non ero mai riuscito a rintracciarlo, abbiamo la conferma che le immagini sono state scattate in Messico. Vediamo infatti la dicitura “Mexico 334”. Il numero 334, secondo le ricerche che ho effettuato, dovrebbe rappresentare il cosiddetto “Mobile Country Code” o “MCC”, un codice utilizzato per identificare la regione da cui proviene il traffico di una rete mobile. In effetti il numero 334 identifica proprio il Messico: un’informazione che, pur non contenendo le esatte coordinate del posto in cui è avvenuto l’evento, risulta essere un dato davvero importante.
Tutti i “Time Stamp” coincidono e non rilevano anomalie particolari. Riporto qui solo le evidenze delle verifiche eseguite sulla prima foto. Ricordo che, solitamente, sui documenti presentati vengono eseguite in realtà molte più analisi di quelle riportate, che per ovvie ragioni non è possibile presentare tutte.
La valutazione dei markers nella componente dei cosiddetti dati “Strings” non rileva alcun utilizzo di software di editing o semplici processi di modifica come ridenominazione del file o manipolazione dei metadati.
Anche gli EXIF nel sottogruppo ICC PROFILE non rilevano la presenza di alcuna manipolazione grafica applicata. Il copyright dell’ultimo software utilizzato risulta essere quello della Samsung e il “Profile CMM Type” non fornisce informazioni anomale. Non ho rinvenuto inoltre la presenza delle diciture “Device Manufacturer” e “Device Attributes”, le quali indicherebbero una qualche manipolazione eseguita sul documento.
Assenti anche le informazioni “Current IPTC Digest”, le quali sono presenti solo nei file immagine che contengono le cosiddette informazioni IPTC. Si trovano principalmente in file di immagine come immagini Camera Raw, immagini JPG o grafica vettoriale.
I valori trovati per il Digest IPTC corrente sono in genere hash che possono essere confrontati con altri digest ICPT per verificare se un file è stato alterato. Questi hash vengono creati utilizzando l’algoritmo MD5 che crea un valore hash a 128 bit che al giorno d’oggi viene utilizzato principalmente come checksum. La creazione di questo hash viene eseguita dallo strumento EXIF.
Thumbnail Analysis
Tale strumento mostra l’immagine di anteprima nascosta all’interno dell’immagine originale, se presente. L’anteprima può rivelare i dettagli dell’immagine originale o della fotocamera con cui è stata scattata. E, per di più, questa non è integrabile manualmente. La sua presenza e quindi la sua conformità all’originale rappresentano un importante certificato di genuinità dell’immagine.
Nei metadati delle due immagini la miniatura è presente.
Questa è stata confrontata con le foto originali e una loro versione ridotta alla stessa risoluzione grafica della miniatura.
Riporto qui le conclusioni del secondo scatto fotografico (immagine 1) accostata alla sua versione ridotta alla stessa risoluzione della miniatura (immagine 2) e alla miniatura stessa (immagine 3). Ho evidenziato il disco volante che appunto è presente anche nella miniatura, che certifica che l’oggetto era presente durante lo scatto.
Ovviamente, dato che la miniatura è una versione fortemente ridotta in risoluzione ciò vale anche per il disco volante, il quale, avendo dovuto perdere alcuni dati digitali, appare logicamente sgranato. Vediamo infatti lo stesso risultato ottenuto dalla immagine originale ridotta di risoluzione (immagine 2). Ma ciò che ci interessa, appunto, è la presenza del disco nella miniatura.
CONCLUSIONE DELL’ANALISI SUI METADATI
L’analisi dei metadati conclude che il documento è genuino e che non è stato sottoposto a manipolazione grafica.
ANALISI DEL PROFILO GRAFICO
ICC Profile+
Seppur il campo dedicato all’ICC PROFILE abbia dato sufficienti informazioni, ho eseguito anche un’analisi detta propriamente ICC PROFILE+, la quale certifica la presenza del profilo grafico originale, che questo non abbia subito modifiche e che siano assenti altri profili anomali.
Hidden pixels
Il test non ha rilevato la presenza di pixel mancanti perciò il documento, molto probabilmente, non è passato per qualche programma di editing e non ha ricevuto processi di rielaborazione grafica.
Analisi Istogramma
Non si evidenzia la presenza di curve anomale, la distribuzione delle onde infografiche è uniforme e sono assenti picchi eccessivamente acuti o sottili.
ANALISI OSSERVATIVA
L’Oggetto impresso nei due scatti fotografici (immagine 1) risulta essere molto caratteristico e ricorda un altro oggetto fotografato sempre da Manuel Sanchez (soprannominato dagli amici Juanito Juan), il 3 agosto 2023 (immagine 2).
Purtroppo, come già detto, la scarsa qualità d’immagine non aiuta, ma da quel che si riesce a capire trattasi di un oggetto discoidale con dei raggi intagliati che corrono lungo la sua circonferenza. Inoltre l’oggetto sembra essere molto piatto, con un bordo apparentemente squadrato, vista la netta differenza tra luce e ombra.
Il disco, tra uno scatto e l’altro, si sposta e in questa nuova posizione assume una colorazione molto più chiara, perché diversamente esposto alla luce solare.
ANALISI OSSERVATIVA DELLA LUCE
Come vediamo, il paesaggio offre un cielo con qualche nuvola ma piuttosto sereno, e con la presenza del Sole in fase calante ma ancora abbastanza alto da poter offrire una buona luminosità ambientale. L’oggetto si espone alla fonte luminosa in due diverse angolazioni. Prima ad ore 11 circa (posizione 0) rispetto al Sole, per poi spostarsi in senso antiorario di circa 70 gradi e posizionarsi ad ore 9 circa (posizione 1), sempre rispetto al Sole. Questo seppur in realtà l’oggetto non fa altro che scendere di quota e allontanarsi rispetto al dispositivo di cattura. Ovviamente non ci è noto che tipo di spostamento esegua per giungere a tale posizione, ossia se si sposta in linea retta o eseguendo, ad esempio, una curva.
In effetti l’oggetto, sovrapponendo i punti di riferimento ed eseguendo un confronto tra le due foto, appare più piccolo proprio per via di una maggior distanza. Durante tale spostamento, quindi, l’oggetto perde quota, si allontana ed inoltre varia la posizione del suo scafo, mostrando dapprima la sua parte inferiore e poi quella laterale.
Durante la “posizione 0” vediamo come, esponendo la sua intera superficie al Sole, questa venga interamente illuminata. Valutando tale aspetto e osservando la bordatura, possiamo confermare come l’oggetto sia in effetti di colore scuro ma comunque costituito da materiale riflettente. Nella “posizione 1” invece, l’oggetto si presenta completamente in ombra, questo perché sta mostrando al Sole il proprio fianco, il quale in tale posizione non è visibile allo spettatore.
Eppure, se l’oggetto era presente durante lo scatto, dato che mostra di essere costituito da materiale riflettente, deve forzatamente dimostrare che sta effettivamente ricevendo e riflettendo luce. Questo sono riuscito a confermarlo tramite specifiche analisi grafiche sulla luce.
ANALISI GRAFICA DELLA LUCE
Principal Component
Dato l’orientamento rispetto al Sole assunto dall’oggetto in “posizione 2” e avendo chiarito la natura riflettente dello stesso (seppur sia di colore particolarmente scuro e il Sole fosse abbastanza alto), come abbiamo già anticipato se l’oggetto fosse stato davvero presente durante lo scatto, questo avrebbe comunque ed in qualche modo ricevuto i raggi solari, anche se fosse avvenuto tramite riflessione da parte di altri componenti strutturali del corpo volante stesso. O comunque, data la presenza di intagli sulla struttura, la luce doveva in un qualche modo essere passata, seppur minimamente. Ammetto che, data la scarsissima qualità dell’immagine, dubitavo fortemente sul fatto che potessi riuscire a rilevare tale informazione eppure, con grande stupore, posso confermare che ciò è stato possibile. Questo ci fa comprendere, e mi rende consapevole di quanto tali test siano effettivamente molto attendibili e altamente sensibili. Grazie ad un particolare test sulla “Principal Component”, infatti, è possibile estremizzare le informazioni sulla luce assorbita e riflessa. Il risultato ha fornito un riscontro molto utile ed estremamente interessante, infatti l’oggetto dimostra di aver ricevuto luce anche sullo scafo inferiore, anche se, appunto, questo non sia orientato verso il Sole. Tale dato sarebbe stato davvero difficile da simulare graficamente.
Non è possibile certificare che le zone chiare siano luce riflessa sui “raggi” metallici del disco o luce che passa attraverso gli intagli, seppur io sia maggiormente propenso a supportare quest’ultima ipotesi. Comunque sia, tale risultato risulta essere davvero importante e ci offre una forte garanzia sul fatto che l’oggetto era effettivamente presente durante lo scatto, vista la sua forte coerenza interattiva con la luce.
Level sweep
Eseguendo inoltre un “level sweep test” possiamo notare come l’oggetto sia circondato da un importante alone luminoso. Anche ciò ci offre la conferma che l’oggetto era realmente presente durante lo scatto e che stava interagendo con la luce e l’ambiente.
Parametro primario della principal component secondo la differenziazione di colore
Tale test varia alcuni parametri cromatici andando ad agire sull’istogramma per poter evidenziare la coerenza delle colorazioni assunte e della risposta alla luce ricevuta.
Tramite tale test si è potuto concludere che le zone d’ombra e di luce dell’oggetto corrispondono a quelle assunte dall’ambiente e dai punti di riferimento.
Molto probabilmente, quindi, anche secondo tale test l’oggetto era presente durante gli scatti fotografici.
ANALISI GRAFICA GENERALE
Test ELA
Come sempre partiamo da un test ELA per escludere la presenza di più livelli e quindi differenze di compressione. Dal test non si evidenziano anomalie particolari che indichino l’apporto di manipolazioni grafiche.
Principal Component
Valutando la componente principale tramite la proiezione del colore è stato verificato quanto l’oggetto si integri ed inserisca coerentemente al contesto grafico. Secondo l’interpretazione di tale test si conclude che l’oggetto si inserisce perfettamente nella tavola grafica, senza mostrare bordature nette o pixel anomali e/o differenziati rispetto all’ambiente che circonda l’oggetto e ai punti di riferimento.
Analisi dei pixel
I pixel dell’oggetto risultano essere costituiti da struttura, dimensioni e disposizione conformi a quelli del contesto grafico adiacente e distante. Non si evidenziano stacchi anomali rispetto all’ambiente che lo circonda.
CONCLUSIONE GENERALE
Dalle analisi, i test e le osservazioni applicate risulta che il documento è genuino. Inoltre non sono state rilevate alterazioni grafiche apportate.
Sante Pagano
16 aprile 2024
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